Non è una Costituzione a sua disposizione! È stato chiaro il messaggio di sabato 12 marzo da piazza Roma (Senigallia) e da tutte le oltre 100 piazze italiane e estere a difesa della Costituzione e della scuola pubblica, insieme alla piazza principale di Roma che ha visto presenti un milione di persone. Si è sentito il respiro della Costituzione che siamo noi, una bella ventata di aria fresca.
Non è bastato il referendum del 2006. Quella volta, il 61,7 per cento degli elettori ha bocciato il progetto di revisione costituzionale del terzo governo Berlusconi che modificava 53 articoli dei 139 della Carta. Il referendum, promosso da Libertà e Giustizia in coordinamento con altre associazioni come Astrid e la Cgil, sotto il titolo Salviamo la Costituzione, non aveva vincolo di quorum: alle urne si reca il 53,6 per cento degli aventi diritto. Negli ultimi 15 anni, questa vittoria rappresenta per lo scarto di voti l’unica vera e grande sconfitta del centrodestra.
Eppure non è bastato. Sono continuati gli attacchi che in questi anni del quarto governo Berlusconi sono stati continui con gli ultimi alla scuola pubblica e alla magistratura con la riforma della giustizia che per la prima volta nella storia d’Italia e del mondo viene fatta dall’imputato e dai suoi avvocati.
Ma ieri c’è stato un mare di tricolori e di Costituzioni per un orgoglio italiano che scavalca i partiti e che dice basta ai soprusi e i vili attacchi alle fondamenta costituzionali del nostro essere Repubblica Italiana. Ieri c’è stato un istinto di tante persone a difendere ciò che è giusto e di tutti (non di un uomo solo al – tele – comando): la Costituzione, la scuola pubblica, il futuro, l’integrazione, le nuove generazioni, l’ambiente, l’energia pulita e naturale, l’acqua bene comune fondamentale, il lavoro, la dignità della vita, l’autodeterminazione, la libertà di pensiero e di parola, la cultura e lo spirito critico, l’eguaglianza di fronte alla legge, la magistratura autonoma e indipendente (art. 101 e 104 della Costituzione), etc.
Hanno stravolto le nostre parole d’ordine e abbiamo provato a rimetterle insieme, a rimettere in fila un linguaggio e a riprenderci le parole della nostra città. E allora è stata tutta la città a farlo, ieri è stata la città di Senigallia, con le sue 300 presenze in piazza Roma, che si è manifestata Italiana fondata sulla Costituzione Italiana come tutte le altre città che si sono manifestate nelle piazze.
Nella nostra società postmoderna la nostra Costituzione è all’avanguardia. In termini semplici e chiari, in un tempo in cui la globalizzazione, piombataci all’improvviso addosso senza alcun filtro, pone alla comunità italiana la via della propria identità. Un’identità di tutti e che non obbedisce alle logiche del godimento privato immediato.